Interreg-Fiume Tresa, presentazione
Fiume che divide, fiume che unisce, una collaborazione transfrontaliera che arriva da lontano

La collaborazione tra Italia e Svizzera è di lunga data, è sempre stata fondamentale per affrontare le problematiche comuni della gestione dei corsi d’acqua sul territorio transfrontaliero, infatti il Fiume Tresa demarca per alcuni chilometri il confine Italo Svizzero, ma sono coinvolti anche i grandi Laghi di Lugano/Ceresio da un lato e Maggiore dall’altro, in quanto la gestione dei corsi d’acqua e delle infrastrutture idrauliche che insistono in quest’area ha dirette conseguenze sulle attività reciproche. I corsi d’acqua non vivono di vita propria ma sono inseriti nel territorio e quindi, come conseguenza di eventi naturali dannosi, la gestione si fa più complessa ed articolata aumentando il coinvolgimento delle parti in gioco, enti ed istituzioni.

Il parere di Laurent Filippini, responsabile del progetto per la parte svizzera e di Marco La Veglia, responsabile per la parte Italiana è che Il progetto Interreg fiume Tresa si possa considerare un progetto pilota di eccellenza, perché abbina al finanziamento Interreg un tipo di intervento innovativo condiviso tra i due paesi, che forse per prima volta riescono a dialogare e a condividere davvero le proprie competenze. 

Il fattore tempo è stato di aiuto per poterlo definire come progetto di eccellenza dal punto di vista tecnico. Se si fossero potute fare le rampe immediatamente dopo il 2002 sarebbero state realizzate con tecnologia tradizionale. Invece c’è stata la possibilità di usare tecniche più recenti ed applicarle su questo fiume il quale, benché sia lungo solo 13 chilometri, è molto importante perché collega due grandi laghi. Tra i due paesi c’è un tema sospeso che è quello della regolazione delle acque internazionali. Anche a questo livello i dirigenti ritengono che questa sia un’occasione per mantenere buoni rapporti tra le due parti, non sono gli stessi interlocutori, ma è una porta aperta.

Secondo Laurent Filippini, “In questo progetto la relazione funziona bene, per il lago Maggiore occorre ancora lavorare parecchio, accordare i violini, fare in scala più ampia quello che stiamo facendo per il Tresa. In fondo conoscendoci di più e diventando anche amici si riesce a lavorare meglio. Mi auguro che questo ci farà lavorare meglio anche su una scala più grande”.