Gli interventi (Workpackages)
Interventi fluviali AIPo e Uca (Wp 4+5)

Gli interventi fluviali del Progetto Interreg Fiume Tresa (Wp 4/5), prevedono la costruzione di due rampe in blocchi, secondo la denominazione svizzera, o soglie di fondo, secondo la denominazione italiana, che hanno l’obiettivo di contrastare l’erosione e l’abbassamento del greto del fiume e di stabilizzare il piede della frana riducendone il rischio di movimentazione, è inoltre prevista la realizzazione di due scogliere in massi per la difesa spondale, che hanno l’obiettivo di mettere in sicurezza le arginature esistenti.

Sulla sponda idrografica sinistra sarà realizzata una scogliera di difesa spondale lunga circa 70 metri, a protezione dell’argine nel Comune di Cremenaga. Sulla sponda idrografica destra sarà realizzata una scogliera di difesa spondale lunga circa 200 metri, a protezione dell’argine nell’ex Comune di Croglio, dal 2021 Comune di Tresa

Gli interventi dovranno inoltre garantire la continuità eco sistemica del corridoio fluviale, mantenendo il libero passaggio della fauna ittica tra il lago di Lugano/Ceresio ed il mare Adriatico ed integrare in modo ottimale le opere nel paesaggio naturale esistente. 

Per realizzare il progetto e sviluppare in dettaglio le opere da eseguire sono state effettuate indagini tipo: idraulico, topografico, morfologico, geologico, geofisico, ambientale, archeologico e sulla presenza di ordigni bellici. 

La collocazione delle rampe

Le due rampe saranno realizzate tra le sezioni km-GEWISS 3638 e 3873 del rilievo morfologico svizzero, ovvero tra la fine della golena in sponda idrografica destra e la confluenza con il torrente Lisora. La Rampa di competenza da AIPo, posta più a valle, sarà realizzata per prima. La Rampa di competenza UCA, posta più a monte, sarà realizzata successivamente.

La scelta di posizionare la testa della rampa a monte alla fine della golena, in sponda idrografica destra, è stata fatta in modo da preservarla, in quanto è una golena di importanza nazionale, e così da evitare di costruire le rampe dove la sezione mostra larghezze superiori ai 40 metri.

Il dislivello esistente da superare con le rampe è pari a circa 4.5 metri è verrà distribuito più o meno equamente fra i due manufatti. A monte di ogni rampa ci sarà una zona tampone che permetterà ad ognuna di esse di raggiungere una pendenza stabile dopo i primi eventi di piena. A monte delle zone tampone sono previste delle zone di transizione per il raccordo con le quote di fondo alveo esistenti. La sezione dell’alveo verrà allargata alla base di 20 metri, tra le sezioni km-GEWISS 3638 e 3744 in destra idrografica, in modo da garantire la riduzione del carico di portata che agisce sulle rampe.

Piano di ubicazione delle rampe di fondo, arancione: rampe, giallo: zone tampone

Le diverse zone avranno quindi le seguenti caratteristiche:

  • zona tampone rampa UCA, lunghezza 25 metri e pendenza 0.3%
  • rampa UCA, lunghezza 45 metri e pendenza iniziale 2.8%
  • zona transizione, lunghezza 30 metri e pendenza 0.3%
  • zona tampone rampa AIPo, lunghezza 35 metri e pendenza 0.3%
  • rampa AIPo, lunghezza 65 metri e pendenza 2.8%

Lo scopo è che le rampe, inizialmente composte da una zona tampone allo 0.3% e da una rampa al 2.8% di pendenza, si strutturino e, dopo piene di una certa entità, raggiungano una pendenza stabile pari a circa il 2%, per una lunghezza di circa 70 metri per la rampa UCA e di circa 100 metri per la rampa AIPo.

A seguito della realizzazione delle rampe e della loro stabilizzazione, il fondo dell’alveo presenterà una quota compresa fra la misurazione del 2003 e quella del 2015, andando quindi a creare fra la foce del torrente Lisora e la fine della zona golenale in destra idrografica un innalzamento del fondo attuale compreso fra il metro ed il metro e mezzo circa. 

In tal modo, oltre a stabilizzare in modo importante il piede delle arginature presenti lungo le due sponde del fiume Tresa, verrà innalzata la quota della falda, migliorando la situazione dei pozzi di captazione dell’acqua potabile delle Gerre e verranno migliorate le condizioni idrologiche nella zona golenale aumentandone la biodiversità.

I vantaggi delle rampe in blocchi dinamiche

Tra le scelte possibili tra: briglia, rampa, in blocchi, strutturata, non strutturata, dinamica, etc. la scelta congiunta dei tecnici di AIPo ed UCA, alla luce delle particolari esigenze di carattere tecnico ed ambientale del fiume Tresa, si è orientata sulle rampe in blocchi dinamiche. 

Questa tipologia di opera consente una maggiore protezione di riduzione del rischio residuo in quanto, in caso di superamento della portata di dimensionamento o in caso di deterioramento, presenta un comportamento duttile e consente un adattamento alle nuove condizioni anche in caso di sovraccarico. 

Inoltre questo tipo di opera ha migliori caratteristiche in termini di inserimento ambientale e paesaggistico perché ricrea le condizioni di un alveo naturale e consente, con un opportuno dimensionamento, la libera migrazione della fauna ittica, senza necessità di creare opere ad hoc.

Criteri progettuali

Le rampe in blocchi dinamiche saranno formate da materiale con una curva granulometrica molto ampia, dalla ghiaia a massi di dimensioni importanti, per permettere al fiume stesso di strutturare l’alveo in maniera naturale tramite il processo erosivo e di raggiungere una condizione di stabilità con pendenza prestabilita.

Nella foto a lato è riportata una tratta naturale del fiume Ticino con una pendenza del 3% circa che fornisce un’idea della rampa dinamica prevista per il fiume Tresa a fine processo erosivo.

In fase di realizzazione verrà posato uno strato inferiore di materiale che dovrà rispettare i criteri granulometrici stabiliti dallo studio sul modello, con una curva relativamente ampia, sul quale verranno posati i massi, suddivisi in tre classi per dimensione. Le diverse classi di massi avranno una specifica densità di posa, ma non un posizionamento puntuale.

I massi, unitamente al materiale di fondo, dovranno garantire la stabilità della rampa per gli eventi di piena e dovranno permettere un processo di strutturazione naturale del fondo tramite un processo di erosione/deposito, in modo tale da ottenere, una volta raggiunta la stabilità, un alveo molto eterogeneo con condizioni di deflusso molto variegate. In questo modo per deflussi ordinari, determinanti per l’efficienza ecologica, si creeranno le condizioni di risalita favorevoli per diverse specie e dimensioni di fauna ittica.

In fase di realizzazione verrà posato uno strato inferiore di materiale che dovrà rispettare i criteri granulometrici stabiliti dallo studio sul modello, con una curva relativamente ampia, sul quale verranno posati i massi, suddivisi in tre classi per dimensione. Le diverse classi di massi avranno una specifica densità di posa, ma non un posizionamento puntuale.

I massi, unitamente al materiale di fondo, dovranno garantire la stabilità della rampa per gli eventi di piena e dovranno permettere un processo di strutturazione naturale del fondo tramite un processo di erosione/deposito, in modo tale da ottenere, una volta raggiunta la stabilità, un alveo molto eterogeneo con condizioni di deflusso molto variegate. In questo modo per deflussi ordinari, determinanti per l’efficienza ecologica, si creeranno le condizioni di risalita favorevoli per diverse specie e dimensioni di fauna ittica.

La rampa di valle sarà di competenza italiana e sarà realizzata prima di quella a monte di competenza svizzera.

L’importanza del modello fisico

Il dimensionamento idraulico delle rampe è stato effettuato dal Laboratorium3D di Biasca a seguito della realizzazione di un modello fisico in scala dell’opera che ha consentito la simulazione di diversi scenari di funzionamento.

Per la definizione delle opere sono stati eseguiti degli specifici calcoli di dimensionamento, in particolare:

  • dimensionamento preliminare delle rampe in blocchi dinamiche tramite la modellazione fisica da parte di Laboratorium3D;
  • dimensionamento delle opere di consolidamento spondale
  • scogliera in massi, attraverso la verifica delle forze di trascinamento (Teoria di Shields), delle dimensioni del diametro dei massi (Formula USACE e di Isbash) previa modellazione del corso d’acqua in moto monodimensionale con il software HEC-RAS.

Le opere di difesa spondale

Nell’ambito degli interventi si prevede la realizzazione di due difese spondali. Sulla sponda idrografica sinistra sarà realizzata una scogliera di difesa spondale a protezione dell’argine nel Comune di Cremenaga. Sulla sponda idrografica destra sarà realizzata una scogliera di difesa spondale a protezione dell’argine nel Comune di Croglio a completamento delle rampe.

L’opera di adeguamento della difesa spondale in sinistra idrografica nel Comune di Cremenaga, prevede un intervento diffuso lungo un tratto compreso tra la sezione I/G 1157 e la sezione I/G 1278, per una lunghezza di circa 70 metri e verrà realizzata per prima. 

La scogliera si estenderà fino ad una profondità pari a 1,8 metri al di sotto del fondo dell’alveo del fiume e sarà posata con un’inclinazione massima di 2 su 3.

La testa della scogliera sarà posta ad una quota assoluta pari a quella del battente idrico per una portata di piena calcolata sulla regolazione del lago di Lugano/Ceresio. Al di sopra di tale quota, fino al raccordo con il piano campagna l’argine sarà in terra, è prevista la piantumazione di talee di salici, Salix purpurea o Salix viminalis o Salix nigricans.

Per quanto riguarda le opere di protezione della sponda esistente in destra idrografica in Comune di Croglio, si prevede la realizzazione di una scogliera in massi di cava posati a secco lungo tutto il tratto compreso tra la sezione I/G 3638 e la sezione I/G 3873, per una lunghezza di circa 200 metri.

La tipologia costruttiva con posizionamento di massi a secco garantisce un’opera di notevole resistenza e che ben si inserisce sia dal punto di vista ambientale che da quello paesaggistico. 

La scogliera verrà realizzata tramite un rivestimento costituito da una massicciata in pietrame con dimensioni tali da resistere all’azione di trascinamento della corrente con pendenza pari a 2 su 3 (34°). La scogliera, al fine di evitare fenomeni di scalzamento al piede, si estenderà fino ad una profondità pari a circa 1,5 metri al di sotto dell’alveo del fiume. 

La testa della scogliera sarà posta ad una quota pari al battente idrico massimo. Al di sopra di tale quota l’argine sarà in terra con una pendenza 2 su 1 fino a raccordarsi con il piano campagna esistente, è prevista la piantumazione di talee di salici, Salix purpurea o Salix viminalis o Salix nigricans. La sistemazione risulta essere in questo modo un’opera flessibile e permeabile che non va ad interferire con i flussi di falda.

Sezione tipo a Cremenaga – Confronto tra sezione originale del 2003 (linea blu) e sezione esistente (linea gialla)

Gli interventi integrativi di UCA (Ufficio dei corsi d’acqua del Cantone Ticino)

Per raggiungere gli obiettivi prefissati l’UCA (Ufficio dei corsi d’acqua del Cantone Ticino) ha previsto alcuni interventi integrativi, (la riapertura di un braccio secondario del fiume Tresa, ed il ripristino degli ambienti golenali naturali ricchi di biodiversità, nel deposito alluvionale in sinistra idrografica posto subito a valle del tratto interessato dalla realizzazione delle rampe e della confluenza del torrente Lisora. L’intervento consiste nel riscavo parziale e nella sistemazione di due alvei preesistenti interrati, per un volume di scavo complessivo di circa 11.000 mc.

Questi interventi appartengono ad un quadro più ampio di azioni volte sia alla messa in sicurezza del territorio dal rischio di movimentazione della frana di Cadegliano-Viconago che alla valorizzazione eco-sistemica del corridoio fluviale ed alla protezione dei pozzi di captazione potabile del Malcantone.

Ha inoltre previsto la realizzazione di un by-pass idraulico del fiume in territorio svizzero, tramite la formazione di un avvallamento di circa 80 cm, in corrispondenza del fronte della frana, per permettere il defluire del fiume in caso di occlusione dell’alveo a seguito della movimentazione di ingenti volumi di materiale dal corpo frana stesso, garantendo così la continuità del corso d’acqua ed evitando il pericolo di formazione di fenomeni di sbarramento del fiume. Tale intervento sarà confermato solo a seguito delle verifiche geotecniche e dell’aggiornamento della modellazione della frana di Cadegliano-Viconago.

Le fasi della progettazione: un unico progetto preliminare e definitivo e due progetti esecutivi 

Le due rampe saranno posizionate una a valle ed una a monte, entrambe ricadono sia sul suolo italiano che sul suolo svizzero e si influenzano idraulicamente in modo reciproco. Come scelta progettuale, le rampe sono state dimensionate in modo univoco (scegliendo le quote altimetriche svizzere) ed è stata realizzata un’unica progettazione preliminare e definitiva, la quale è stata sottoposta congiuntamente ai rispettivi iter autorizzativi in Italia e in Svizzera.

Il progetto definitivo contenente la progettazione delle opere di competenza Italiana e la rampa di competenza svizzera è stato consegnato nel febbraio 2021.

Per parte italiana, il 17 febbraio 2021, AIPo ha indetto la Conferenza dei Servizi in forma simultanea e modalità sincrona. A seguito dei verbali delle sedute preliminari che si sono tenute il 17 marzo ed il 26 aprile e di quella conclusiva del 17 maggio, il Dirigente della DTI Lombardia occidentale di AIPo ha dichiarato positivamente conclusi i lavori della Conferenza dei Servizi relativi al progetto definitivo degli interventi a progetto.

A conclusione delle fasi di progettazione preliminare e definitiva, dopo le consultazioni e la raccolta dei pareri, sono stati realizzati due diversi progetti esecutivi.